Le erbe selvatiche di primavera

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Conosciamole insieme: le erbe fiorite

Cominciamo dalle erbe e piante fiorite, che potrete facilmente nei prati o lungo le strade di campagna. Le margherite pratoline, per esempio, sono molto diffuse e, prima che fioriscano, si cucinano le foglioline più tenere per realizzare insalate e minestroni insieme alle altre verdure. La malva si mangia cuocendo le foglie insieme alle altre erbe per preparare delle zuppe o, in alternativa, si condiscono a crudo in insalata fiori e foglie più giovani e tenere. La borragine avrebbe tutto l’aspetto di una pianta velenosa, con i suoi fiori pelosi e di un viola brillante. In realtà, è un’erba spontanea molto gustosa: le foglie più tenere si mangiano lessate, crude in insalata o nei risotti, ravioli e frittate. Le foglie più grandi sono perfette anche impanate e fritte. I fiori di borragine, invece, si mangiano crudi nelle insalate o si usano per decorare i piatti.

Conosciamole insieme: le erbe verdi

Le ortiche, come sappiamo, provocano una reazione epidermica non proprio piacevole se toccate ma, una volta cotte, saranno un gustoso ingrediente zuppe, minestre, frittate, ripieni e pesti. Il loro sapore ricorda vagamente quello degli spinaci e, come essi, contengono molta vitamina C e ferro. Il tarassaco, detto anche dente di leone, ha foglie amare ma ricche di ferro e si consumano lessate e condite con olio. La bardana ha, invece, un sapore molto simile a quello del carciofo e sia la radice, che lo stelo e i piccioli sono commestibili. La radice e lo stelo (privato delle foglie e della parte più fibrosa) si cuociono al vapore e si condisce con olio. I piccioli, invece, si possono friggere in pastella. La carota selvatica si trova più facilmente nelle zone asciutte e pietrose e sia la radice che le foglie si possono mangiare in insalata o in zuppe e minestre. Infine, la cicoria vera, erba diffusissima di cui si mangiano sia le foglie crude e cotte che i germogli in insalata nella celebre ricetta delle puntarelle alla romana.