un tacchino di natale, tanto migliore se è una tacchina o "dindietta", che deve pesare circa sei chili per dare la migliore riuscita
per il condimento: grasso prelevato dall'interno di un rognone di vitello a cui si è tolta la pellicola avvolgente, poi tritato finemente, 50 gr di burro, 3 cucchiai d'olio perché non attacchi sul fondo della casseruola o del "padelot" di rame, rosmarino, 100 gr di pancetta tritata, sale
riempire il posto lasciato vuoto dal gozzo con pancetta tritata e mettere il resto della pancetta all'interno del tacchino con molto sale (il tacchino è più insipido di altri volatili), burro e rosmarino. tappezzare il fondo del "padellot" col grasso di rognone tritato, metà del burro e l'olio, adagiarvi il tacchino ben legato e lasciar cuocere a fuoco basso per almeno sei ore, finché abbia preso un bel colore dorato da tutte le parti. quando è cotto, togliere il coperchio e, alzando la fiamma, dare una forte rosolata per far asciugare l'umidità rimasta e far divenire croccante la pelle.
a natale si mangiava caldo; la metà avanzata si conservava per mangiarla fredda il giorno dell'epifania, con la mostarda di frutta e l'insalatina tenera cresciuta sotto la neve.
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